I luoghi della Resistenza
La Resistenza a Barge.
La sera del 9 settembre 1943 nella Casa parrocchiale di Barge si radunarono l'onorevole Giolitti, Pompeo Colaianni (che diverrà il comandante Nicola Barbato), il maggiore Barca, il podestà Fiandino e il maresciallo dei carabinieri Carazza e gettarono le basi per una prima formazione partigiana.
Nei giorni 9, 10 e 11 settembre 1943 nella canonica della parrocchia, nella casa del filosofo Geymonat e al ciabot della famiglia di Tommaso Ribotta e Giovanna Perrone, alla Capoloira sulle pendici del Mombracco, vi furono i primi e decisivi incontri tra coloro che daranno vita alle bande partigiane garibaldine che avranno un ruolo preponderante nella Resistenza della Valle Infernotto e parteciperanno anche ad azioni nelle valli limitrofe. La prima base fu il Ciabot della Capoloira, che la famiglia Ribotta aveva messo a disposizione dopo aver preso accordi con Geymonat, ma ben presto divenne inadatto a ospitare i tanti giovani che scelsero la via delle montagne, sia per le sue dimensioni che per la posizione in cui si trovava che era facilmente identificabile.

A inizio ottobre la scelta di Barbato (Pompeo Colajanni) cadde sui territori della frazione Gabiola che degradano verso quel gruppo di alte montagne che superano i 2.000 metri e che a Barge sono popolarmente note come la Meidja e a Bagnolo come Rumella (in realtà questi nomi identificano due cime di quel gruppo montuoso), questo territorio dava maggiori garanzie in caso di una eventuale fuga. Le nuove bande si stabilirono a Gabiola, Ripoira e nella vicina Agliasco frazione di Paesana, al Ciabot rimase per un po' di tempo la stazione radio. A Gabiola, nei pressi della chiesa di Sant'Antonio, venne creata un' infermeria per i feriti sotto la guida del dottor Giorgio Segre. Il 6 novembre del 1943 i gruppi di partigiani che si trovavano nelle località di Mombracco, Gabiola, Agliasco, Calcinere e Bertona (si trova sopra Olmetto nel comune di Bagnolo) vennero inquadrati nel Battaglione Carlo Pisacane al comando di Barbato. Dopo la rappresaglia del 21 dicembre 1943 per evitare problemi alla popolazione il comando partigiano decise di spostare le basi di Gabiola più a monte in località Pianetta sul territorio di Bagnolo. Nel 1944 la casa dell'ostetrica Rovano, che aveva anche assunto l'incarico di staffetta, divenne punto di riferimento per i garibaldini della zona ed era li che frequentemente avvenivano le riunioni dei comandanti.
Nella primavera del 1944 su iniziativa del comandante Milan (Isacco Nahoum) venne creato un battaglione di arditi che agi nella pianura compiendo diverse azioni di successo nei mesi di maggio, giugno e luglio. La squadra operò su un territorio che venne denominato il Quadrilatero e andava da Envie a San Martino di Barge, alla Crocera di Barge ai boschi di Staffarda. Da qui i partigiani partivano per effettuare le azioni nella pianura giungendo fino alle porte di Torino, ogni giorno un motociclista partiva dall'accampamento e saliva a Montoso dove c'era il comando di brigata per gli aggiornamenti. A luglio i comandanti Milan e Petralia decisero di far risalire gli arditi nelle cave di pietra di Montoso in quanto i tedeschi si preparavano ad un grande attacco alle basi di montagna e la zona era troppo frequentata dai nazifascisti. Con la data 15 ottobre 1944 venne stampato a Barge il primo numero di Stella Garibaldina il giornale della I a Divisione d 'Assalto Garibaldi Piemonte, venne redatto in una casa di Barge e stampato dalla Tipografia Genovesio. Tra il 18 e 19 marzo del 1945 successe un fatto che sconvolse tutti i bargesi. All'altezza del cimitero, sulla riva opposta del torrente Ghiandone, in località Pra 'd Roca Vaca due partigiani, su ordine del loro comandante Moretta uccisero barbaramente due ragazze bargesi e le seppellirono in loco, avevano entrambe 22 anni ed erano state accusate di essere delle spie. In seguito l'accaduto venne poi denunciato alle autorità, le ragazze furono ritenute innocenti e i due partigiani processati, vennero assolti in quanto avevano eseguito l'ordine di un loro superiore, il comandante Moretta mori prima del termine del suo processo.
Era dall'inizio dell 'anno che correvano voci che la guerra stava per finire. Giunse il 25 aprile del 1945, i partigiani della Valle Infernotto richiesero a don Agnese di recarsi a Paesana al comando tedesco per chiedere la resa, ma questo non avvenne in quanto quando il sacerdote giunse a Paesana ci fu ancora un violento combattimento tra partigiani e tedeschi, poi gli invasori iniziarono a ritirarsi scendendo da Crissolo. A Barge i partigiani organizzarono una manifestazione per festeggiare l'avvenuta Liberazione. Il 22 luglio 1982, il Comune di Barge è stato insignito della Croce di Guerra al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività partigiana con la seguente motivazione: «Fedele alle più belle tradizioni risorgimentali, il Comune di Barge fu centro propulsore della Resistenza, pur consapevole dei rischi a cui si esponeva per le spietate rappresaglie naziste. In 18 mesi di lotta partigiana, Barge ha dimostrato in un drammatico periodo della sua storia un grande attaccamento alla causa della libertà. Barge, settembre 1943 - aprile 1945.» (Ministero della Difesa, Roma 29 luglio 1983 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 70 del 12 marzo 1983).
Il Ciabot della Capoloira.
La prima vera base fu il Ciabot della Capoloira, che la famiglia Ribotta aveva messo a disposizione dopo aver preso accordi con Geymonat, ma ben presto divenne inadatto a ospitare i tanti giovani che scelsero la via delle montagne, sia per le sue dimensioni che per la posizione in cui si trovava che era facilmente identificabile. A inizio ottobre la scelta di Barbato (Pompeo Colajanni) cadde sui territori della frazione Gabiola che degradano verso quel gruppo di alte montagne che superano i 2.000 metri e che a Barge sono popolarmente note come la Meidja e a Bagnolo come Rumella (in realtà questi nomi identificano due cime di quel gruppo montuoso), questo territorio dava maggiori garanzie in caso di una eventuale fuga, valicando il Colle Bernardo si poteva scendere a Ostana, Crissolo e andare verso il confine con la Francia. Le nuove bande si stabilirono a Gabiola, Ripoira, Montoso e nella vicina Agliasco frazione di Paesana, al Ciabot rimase ancora per un po' di tempo la stazione radio. Cosi Petralia racconta il suo arrivo a Barge e la salita al Ciabot: «L '11 mattino ero a

Barge e la salita al Ciabot: «L '11 mattino ero a Barge, cercai di collegarmi con Colajanni ma inizialmente non fu facile siccome il gruppo di Cavour era già entrato in clandestinità. Colajanni era scomparso e al Suo posto era subentrato «Barbato» nome leggendario del comandante delle formazioni pertigiane garibaldine di tutta la zona insistenze e ricerche, finalmente riuscii a prendere contatto con «zio Beppe» (calzolaio di Barge) che mi mise in contatto con casa Geymonat. Virginia Geymonat mi ospitò a casa sua, mi mise al corrente della situazione e mi disse dove erano dislocati i compagni che cercavo. In quei giorni casa Geymonat era punto di riferimento dell 'organizzazione partigiana; Virginia Geymonatfaceva da coordinamento per le prime necessità delle formazioni e i primi contatti con i nuovi arrivati.
L 'indomani una staffetta mi accompagnò alla base del Monte Bracco dove incontrai finalmente Colajanni.»
(Vincenzo Modica, Dalla Sicilia al Piemonte, pagg. 42-43, Franco Angeli, Milano 2002.)